mercoledì 18 gennaio 2012

Docente e nuove tecnologie

Il docente del futuro deve, oltre alla competenza nella propria disciplina e a competenze di tipo pedagogico sviluppare anche competenze nella gestione dei nuovi media.
Utilizzerà gli strumenti del Web 2.0, in particolare tutta quella gamma di strumenti free che consentono di sviluppare materiale didattico ad hoc per la tipologie di utenza che il docente si trova davanti.
Farà il tutoring on line dei percorsi formativi a lui affidati seguendo l’andamento del percorso che ogni singolo allievo farà, personalizzandone il percorso.
Creerà e gestirà dei Social Network dedicati alla condivisione di materiali e alla co-costruzione di contenuti con i gruppi di studenti che gli saranno affidati.
Aprirà dei Blog per stimolare discussioni, proporre riflessioni, condividere idee.
Architettura delle competenze mediali di un docente.

A partire da questa architettura di base il docente si muoverà nei seguenti ambiti:


I media sociali sono uno strumento di cambiamento che aumenta la responsabilità degli insegnanti.

Tecnologie per la didattica

A fronte dei problemi che sono connessi all’utilizzo delle nuove tecnologie e nella fattispecie intendo parlare di Internet, ci sono modalità di utilizzo delle stesse che possono essere un supporto alla didattica.
Nicolas Carr nel suo libro “Internet ci rende stupidi?” esplicita chiaramente i limiti che le nuove tecnologie hanno nei confronti dell’apprendimento, questi limiti sono però correlati alle conoscenze che ad oggi abbiamo dello sviluppo del nostro cervello, non sappiamo se le nuove generazioni riusciranno a sviluppare connessioni sinaptiche veloci e tali da acquisire conoscenze strutturate e nuovi sistemi di veicolare la nuova conoscenza.
La plasticità del cervello consente per il momento di acquisire capacità di utilizzo dei media, ma abbiamo ancora delle limitazioni circa la capacità di memorizzare le informazioni. La nostra capacità attuale di memorizzare informazioni si presta maggiormente ad acquisizioni seriali come quelle fornita da un libro o da un insegnante, non siamo predisposti per acquisizioni in forma parallela o in multitasking come avviene per i nuovi sistemi dei media. La televisione stessa che un tempo forniva informazioni di tipo seriale, ora sta diventando multimediale e interattiva, questo comporta la necessità di maggiori risorse cerebrali per seguire i vari eventi che questa ci consente di fare (rispondere alle mail, seguire il nostro profilo in facebook, vedere i commenti al nostro blog ecc… mentre contemporaneamente rispondiamo al telefono o facciamo un sms).
La Scuola e la Formazione Professionale devono interrogarsi sulla loro capacità di sfruttare le nuove tecnologie, spesso si hanno a disposizione buone strumentazioni e attrezzature mediali, ma manca la capacità degli insegnanti di mettersi in gioco, la poca umiltà di cogliere le opportunità che questi nuovi strumenti forniscono. Per l’uomo la paura del nuovo è sempre stata il suo grande limite e questo limite diventa ancora maggiore se parliamo di insegnanti, cioè di persone che dovrebbero avere la capacità di aprire le menti dei loro discenti, che dovrebbero essere sempre disposti a cogliere le nuove opportunità di cambiamento che consentano di aiutare i ragazzi ad affrontare le sfide che il futuro pone loro davanti.
Il futuro si prefigge intriso di multimedialità, ed è necessario che la scuola fornisca agli allievi la capacità di gestire questi strumenti, è una competenza necessaria a coloro che dovranno inserirsi in futuro in un mercato del lavoro che fa delle nuove tecnologie gli strumenti portanti del suo sviluppo, a tutti i livelli.

venerdì 13 gennaio 2012

Rischi connessi all’utilizzo del Web da parte dei giovani

Se l’utilizzo del Web è una enorme opportunità, non possiamo negare che questo comporta anche tutta una serie di rischi. Tale riflessione vale sia per l’utilizzo che ne fanno gli adulti e rappresenta un serio problema per i giovani. Fra le criticità che l’utilizzo del Web presenta non possiamo trascurare la frammentazione, la distrazione e l’inattendibilità.
Frammentazione: utilizzare strumenti come Wikipedia e le enciclopedie multimediali, consente di avere a disposizione degli Ipertesti che sono una fonte illimitata di materiali, questo se da un lato consente di spaziare e poter approfondire vari argomenti, dall’altro è foriero di una continua frammentazione, che può portare fuori dal seminato, lontano dagli obiettivi della ricerca. Gli stessi Blog hanno la stessa struttura e possono portare su percorsi diversi da quelli che vorremmo fare o che ci interessano. Il testo di Nicolas Carr “Internet ci rende stupidi” mette in guardia circa il numero di link che un testo può avere e di come questi link comportino una notevole distrazione, gli esperimenti condotti da alcuni studiosi hanno evidenziato come la comprensione del testo scendesse all’aumentare dei link, e come l’aumento di link porti a una riduzione dell’attenzione e delle risorse cognitive utilizzate per capire il testo.
Distrazione: l’uso di internet è caratterizzato da una forte connettività che ci consente di mantenerci collegati al mondo attraverso la posta elettronica, i social network, twitter, facebook, skype, ecc… tutte queste opportunità sono anche fonte di notevole distrazione, se durante la lettura di un testo vedo lampeggiare l’icona della posta elettronica che mi comunica l’arrivo di un messaggio oppure facebook mi avvisa che un amico ha inserito una foto o altro, è ovvio che passerò a vedere cosa è successo, distraendo la mia attenzione da quanto sto facendo. Anche il cellulare presenta gli stessi rischi (anche il sottoscritto è soggetto a questi tipi di distrazione).
Inattendibilità: uno dei problemi sollevati dall’uso di internet, in particolar modo, è quello relativo alla attendibilità delle fonti, la libertà che consente uno strumento come internet che è decisamente democratico in termini di libertà di stampa, corre il rischio di diventare inattendibile ai fini di una seria ricerca di materiali necessari alla costruzione della conoscenza.
È compito degli educatori, genitori e insegnanti, veicolare a ragazzi e giovani quegli insegnamenti sull’uso corretto degli strumenti multimediali che sono a loro disposizione perché imparino a ricercare quanto a loro occorre senza frammentare la ricerca stessa, senza farsi distrarre da link o latro, cercando sempre la conferma di quanto stanno apprendendo da fonti autorevoli.
Internet è comunque anche uno strumento che consente di mantenere relazioni oltre quelle tipiche del “face to face” con persone che si possono trovare navigando nella rete e con le quali si possono condividere interessi o momenti di svago, da inoltre la possibilità di mantenere rapporti con persone che si conoscono personalmente e che per vari motivi si trovano lontano da noi.

Dalla Formazione Tradizionale alla Formazione Blended

Lo sviluppo delle nuove tecnologie porta i docenti a dover adottare nuove metodologie didattiche. La paura ingenerata alla fine dello scorso secolo negli insegnanti di diventare obsoleti ed essere sostituiti da sistemi informatici è parzialmente dissolta, anche se per alcuni resta un forte rischio di obsolescenza tecnologica.
L’insegnante ha la necessità di superare la ritrosia nei confronti delle nuove tecnologie per trovare spazi adeguati nell’ambito dei nuovi media, spazi che sono particolarmente famigliari ai nostri allievi e che possono diventare strumenti di recupero motivazionale e di nuove competenze.
La necessità è allora quella di aprirsi, di educare gli alunni alla multimedialità, favorendone la padronanza dei linguaggi per comprendere l’utilizzo dei diversi strumenti che sviluppano nuovi stili cognitivi. Stili capaci di rafforzare la capacità di studio, di analisi, di comunicazione e di progettazione. Tale percorso dovrebbe facilitare l'insegnamento e migliorare l'efficacia dei processi di insegnamento-apprendimento.
La formazione deve adeguarsi e l’insegnante deve passare da una formazione di tipo tradizionale (lavagna e gessetto) ad una formazione di tipo blended, dove non sparisce completamente l’insegnamento tradizionale, ma viene supportato da nuove tecnologie e nuovi strumenti.
La costruzione di Comunità di Pratica in ambito scolastico può agevolare la condivisione e la co-costruzione di contenuti da parte degli stessi discenti. Mentre i giovani, attraverso l’immaginazione e la creatività, utilizzano linguaggi differenti per esprimere le loro emozioni e i loro pensieri vengono veicolati all’acquisizione di competenze che consentano loro di affrontare con dignità un futuro caratterizzato dalle nuove tecnologie.

Ecco allora che i nuovi media hanno come obiettivi:
1.      La personalizzazione efficace dei processi di Apprendimento, attraverso un’attenta fase di analisi iniziale sui fabbisogni e accompagnata nel processo da una tutorship qualificata;
2.      La flessibilità modulare didattica (sia nei contenuti che nelle attività); il LMS (Learning Management System) consente una scalabilità modulare associata ad un’individualizzazione delle attività;
3.      La centratura dei percorsi sulla costruzione e il mantenimento di comunità di pratica, orientate a sperimentare e promuovere competenze ed expertise volte ad incrementare la cooperazione territoriale e transnazionale.

Finalità del modello per il blended learning è quella di: sostenere lo sviluppo e la gestione di processi di apprendimento aperti che favoriscano una maggiore aderenza delle conoscenze e delle competenze delle persone alle esigenze culturali, sociali ed economiche e favoriscano una mobilità dinamica adeguata alle spinte della complessità socio-economica emergente.

mercoledì 11 gennaio 2012

Docente e nuovi media

Il ruolo di Docente sta progressivamente cambiando. Siamo in una fase di svolta dell’ambito didattico che viene sempre più pressato dalle nuove tecnologie, in particolare dall’utilizzo di internet. I “nativi digitali”, che sono i ragazzi con i quali lavoriamo costantemente, hanno già subito, in parte una modificazione del cervello, lo si vede dal modo con il quale si approcciano alle nuove tecnologie, alla famigliarità con la quale utilizzano strumenti come iPhone, iPad, … . La questione della formazione è quindi connessa al divario esistente fra i “nativi digitali” e i loro insegnanti che nella maggior parte dei casi sono dei “migranti digitali” e per i quali il buon vecchio libro è lo strumento ideale per un corretto metodo di studio.
Questa evoluzione porta pertanto noi docenti ad adottare strategie nuove, modalità nuove per affrontare il difficile compito della formazione, va tenuto presente che con il termine formazione comprendiamo due differenti elementi: l’ambito delle conoscenze e quello educativo, solo un mix ben equilibrato fra questi due elementi consente la formazione di un individuo che sia in grado di affrontare le sfide che la società gli porrà di fronte in futuro.
La costruzione delle conoscenze se da un lato viene facilitata mediante l’utilizzo dei nuovi media, dall’altro quegli stessi media la possono ostacolare, in quanto portatori anche di frammentazione, inattendibilità e distrazione.
Qui entra in campo il docente che deve mediare l'ambito formativo, attento alle caratteristiche dei suoi ragazzi, aperto alle nuove tecnologie, ma consapevole dei rischi che queste si portano appresso soprattutto nei confronti delle nuove generazioni che sono sprovviste di quegli anticorpi necessari per tutelarne la crescita.

venerdì 6 gennaio 2012

Utilizzo di Internet, potenzialità e rischi

La proposta mi sembra utopica, indubbiamente Internet è uno strumento potente di educazione e di arricchimento culturale, di commercio e partecipazione politica, di dialogo e comprensione interculturali. Tuttavia vi è un'altra faccia della medaglia come richiamato nella videolezione, questo strumento può essere utilizzato per sfruttare, manipolare, dominare e corrompere. La Rete è, allora, fonte di molti pericoli, trasmette e contribuisce a inculcare un insieme di “valori culturali”, e modi di pensare sui rapporti sociali, sulla famiglia, sulla religione, sulla condizione umana, il cui fascino e la cui novità può sfidare e schiacciare le tradizionali culture. Non consente tuttavia la tutela del diritto all’oblio.
Partendo da queste considerazioni diventa logico pensare a sistemi di tutela dell’individuo attualmente non esistono, le violazioni nella rete sono molte, basti pensare solo al materiale pornografico e pedopornografico che in essa circola, ma anche a siti e blog che inneggiano all’odio razziale, o semplicemente ad affermazioni che il singolo individuo può postare su Facebook a fronte di un avvenimento di cronaca o altro. Come tutte le attività umane anche Internet e tutte le sua applicazioni non sono cattive a priori, ma è l’uomo che ne fa un uso non buono. Ecco allora che la strada da percorrere è quella della costruzione di una coscienza civile che sia capace di tutelare “l’Altro” che consenta a me di vedere l’altro con un me stesso e quindi come un individuo da rispettare e da tutelare.
La scuola è la prima detentrice di tale compito in quanto ambiente omogeneo per età ma eterogeneo per classe sociale, razza, genere, religione e colore della pelle. È la scuola la fucina dell’uomo e della donna di domani, l’ambiente privilegiato per realizzare quella cultura del rispetto dell’altro che porta alla cultura dell’utilizzo etico degli strumenti che la tecnologia mette a nostra disposizione. La “Polis” poi è la seconda detentrice del compito di costruzione di una coscienza civile atta al rispetto dell’Altro, qui la politica deve fare grossi passi in avanti e staccarsi dalla logica partitica ed economica, per diventare “Vero servizio” alla collettività cosa che attualmente è molto lontana dalla realizzazione di quello stato Utopico che Aristotele aveva in mente. Gli interventi sopra proposti sono interventi che dovrebbero essere preventivi, anticipare l’uso cattivo di strumenti buoni, ma la natura umana è incline all’errore e spesso non è sufficiente il metodo preventivo, allora è necessario che gli Stati sia a livello nazionale, sia sovranazionale si muniscano di strumenti utili alla a garantire libertà e sicurezza a tutti coloro che utilizzano la Rete.